3/4/2020
Il nostro pensiero ed Omaggio oggi va a tutti noi, tutti, abitanti del Belpaese per i sacrifici e difficoltà che stiamo attraversando a causa della pandemia, ancora in modo particolare a tutti gli amici di CREMONA – PIACENZA – LODI – BERGAMO – BRESCIA, quali province più colpite come contagi in rapporto alla popolazione. #siamotuttivicini
CREMONA
ABITANTI 71.924 DENSITÀ 1.020,28 ab/kmq SUPERFICIE 70,49 kmq ALTITUDINE 45 m/slm PATRONO Sant’Omobono
“Immersa in una natura rigogliosa, è una piccola capitale della musica, con il Museo del Violino, il Teatro Ponchielli, le botteghe di maestri liutai e il loro sapere antico, oggi patrimonio Unesco”
“Ottobre 1441. Nella chiesa di San Sigismondo, le nozze di Bianca Maria Visconti e Francesco Sforza. Tra i tanti regali, una miscela di albume, miele e mandorle. Nasce così il torrone.”
Il dolce adesso è onorato, a novembre, con giorni di festa in centro città. Di grande fascino le architetture medievali della piazza del Comune con il Torrazzo, la torre campanaria in mattoni più alta d’Europa. La Cattedrale di Santa Maria Assunta, che il critico Longhi definì la Cappella Sistina della Pianura Padana, incanta per i suoi affreschi. Il Palazzo Comunale con la tipica struttura del broletto lombardo e la Loggia dei Militi, con le statue trecentesche, da sempre luogo di chiacchiere e di incontro, oggi ancora sede dei mercati settimanali e di quelli mensili di vintage e antiquariato.
Sparse nelle vie, oltre 150 botteghe artigiane dove riecheggia il suono dei violini creati da mani sapienti: un mestiere unico, protetto come patrimonio immateriale Unesco. Dalla ghiotta Cremona sono passati i più grandi solisti, da Ughi ad Accardo. Per rinforzare il filo della memoria è nato un avveniristico Museo del Violino che conserva gli Amati, i Guarneri, gli Stradivari, da ascoltare nell’Auditorium Arvedi progettato dal genio dell’acustica Yasuhisa Toyota, e un’accademia, la Staufffer, dove meritevoli studenti raffinano la loro tecnica dietro la guida dei migliori insegnanti al mondo.
Da non perdere la visita al Museo Civico Ala Ponzone e alla più nascosta Cremona romana, chiusa tra le navate del Museo Archeologico. E le bellezze naturalistiche che si aprono tutt’intorno alla città: il fiume Po, con il suo incedere lento, i parchi e i giardini da percorrere in bici o dove regalarsi qualche momento di relax all’aperto.
PIACENZA
ABITANTI 104.523 DENSITÀ 883,99 ab/kmq SUPERFICIE 118,24 kmq ALTITUDINE 62 m/slm PATRONO Sant’Antonino di Piacenza, santa Giustina di Antiochia
“La poesia dei castelli piacentini: Un territorio costellato di rocche, castelli, manieri e residenze signorili.”
Delle tante rocche, manieri e residenze signorili che costellano il territorio piacentino, alcuni sono proprietà privata mentre altri hanno aderito al circuito dei Castelli del Ducato di Parma e Piacenza. Tutti hanno però storie che meritano di essere raccontate e scoperte, approfittando delle visite guidate, delle feste, dei banchetti e delle manifestazioni organizzati al loro interno, nelle stesse corti e nelle stesse sale dove, centinaia di anni fa, cavalieri, principesse, mecenati, dame e nobiluomini sono stati protagonisti di quelle vicende che oggi continuano ad affascinarci con il loro alone di mistero e poesia.
Per quanto riguarda la provincia piacentina, a vantare il marchio dei Castelli del Ducato di Parma e Piacenza sono il Castello Malaspina dal Verme di Bobbio, la Rocca Viscontea di Castell’Arquato, la Rocca e Castello di Agazzano, il Castello di Rivalta, il Mastio e il Borgo di Vigoleno, il Castello di Gropparello, la Rocca d’Olgisio, il Castello di Paderna, il Castello di San Pietro in Cerro e Castelnuovo Fogliani.
Ad arricchire – senza esaurirla – l’offerta del territorio, sono le città d’arte e splendidi borghi come Bobbio, Castell’Arquato, Grazzano Visconti, Rivalta e Vigoleno.
LODI
ABITANTI 45.872 DENSITÀ 1.108,55 ab/kmq SUPERFICIE 41,38 kmq ALTITUDINE 87 m/slm PATRONO San Bassiano
“Il passato porta il nome di Federico Barbarossa. Il presente quello di Renzo Piano, che ha concepito lo spazio di una banca privata come spazio di condivisione, con auditorium e piazza coperta.”
Il celebre Imperatore rifondò la città, rasa al suolo dai milanesi, nel 1158. Al centro della piana agricola e boschiva del Parco dell’Adda Sud, Lodi è risorta e procede a grandi passi verso la contemporaneità. Il suo cuore Liberty è testimoniato da Casa Biancardi, Casa degli Angeli, l’Autorimessa Fiat di via Solferino e Casa Arosio con le sue vetrate colorate. I balconi e le cancellate rimandano all’Ottocento. Quattrocentesco è invece il Tempio Civico di Santa Maria Incoronata progettato da Battaggio, allievo del Bramante: un impianto ottagonale, in mattoni, con dorature e affreschi, scrigno di capolavori del Rinascimento.
Da mettere in agenda anche il Festival della Fotografia Etica di ottobre e l’autunnale Rassegna gastronomica del Lodigiano, per fare scorta di zucche e castagne.
BERGAMO
ABITANTI 122.383 DENSITÀ 3.047,39 ab/kmq SUPERFICIE 40,16 kmq ALTITUDINE 249 m/slm PATRONO Sant’Alessandro di Bergamo
BRESCIA
ABITANTI 199.415 DENSITÀ 2.207,38 ab/kmq SUPERFICIE 90,34 kmq ALTITUDINE 149 m/slm PATRONO Santi Faustino e Giovita e Angela Merici
“La città d’arte della Mille Miglia. Visita la più vasta area archeologica Romana del Nord Italia e scopri le testimonianze monumentali dei longobardi, oggi Patrimonio Unesco. Benvenuto”
Brescia è universalmente nota come “LEONESSA D’ITALIA”.
Questo appellativo le deriva da una creazione poetica di Giosuè Carducci, che volle per sempre definire il coraggio leonino con cui la città si battè durante l’insurrezione delle Dieci Giornate.
Questa poesia, studiata in tutta l’Italia dagli scolari del XX secolo, è entrata a far parte del patrimonio culturale nazionale.
Oggi le poesie non si studiano forse più con la stessa costanza, per cui i versi conclusivi, ancora ben presenti alla mente delle persone più mature, risultano spesso sconosciuti alla maggior parte degli studenti, perfino di quelli bresciani.
Tuttavia Carducci, a cui va forse il merito di avere reso popolare le gloriosa definizione, non fu il primo ad impiegarla.
Egli riprende infatti un verso di un grande poeta risorgimentale che certamente conosceva ed ammirava: Aleardo Aleardi.
È proprio in un canto di Aleardi che Brescia viene chiamata per la prima volta “Leonessa d’Italia”.
Accade, in questo modo, che molti utilizzino comunemente l’appellativo “Leonessa d’Italia” senza conoscerne l’origine e facendo confusione con lo stemma cittadino, che raffigura invece un leone rampante.
Certamente Carducci conosceva bene lo stemma di Brescia, ed è proprio per questo chiamò la città “leonessa”.
Rimane il fatto che nello stemma compare un leone (con la sua bella criniera), non una leonessa (che invece ne è priva), come taluni credono